Strumenti Utente

Strumenti Sito


legale

Vaccini pediatrici, utili o dannosi?

AZIONI LEGALI CONTRO DL LORENZIN

Inauguriamo questa pagina con l'intento di riportare in essa tutte le notizie in merito ad azioni legali intentate contro il DL Lorenzin.

Importante anche guardare il video del senatore Prof. Lucio Romano nella pagina SELEZIONE DI VIDEO DI INTERESSE.

Regione Veneto

LA REGIONE VENETO HA NOTIFICATO IL RICORSO ALLA CONSULTA. GOVERNATORE ZAIA: “NO A METODI COERCITIVI CALATI DALL’ALTO CHE DANNEGGIANO LE FAMIGLIE E IL NOSTRO SISTEMA SANITARIO REGIONALE” da Comunicato stampa N° 1005 del 15/07/2017 (AVN) Venezia, 15 luglio 2017
“Noi non contestiamo certo la validità dei programmi di vaccinazione: lo testimonia la nostra legislazione regionale improntata decisamente sull’opportunità di effettuare i vaccini e lo dimostrano gli elevati livelli di copertura raggiunti nel Veneto, applicando un modello basato sul consenso informato e sull’adesione consapevole. Quello che rifiutiamo è un intervento statale che impone un obbligo collettivo di ben dodici vaccinazioni, una coercizione attuata per di più con decretazione d’urgenza, che non ha precedenti storici a livello internazionale, nemmeno nei periodi bellici, e che finisce per rendere l’Italia il Paese con il maggior numero di vaccinazioni obbligatorie in Europa e probabilmente al mondo”.   Sintetizza così il Governatore del Veneto i motivi del ricorso notificato oggi dalla Regione alla Corte Costituzionale contro il decreto legge n. 73 del 2017 sulle vaccinazioni obbligatorie.   Nel merito la Regione Veneto contesta i seguenti aspetti: - l’esistenza del presupposto di necessità e urgenza su cui si basa il decreto legge, perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha mai raccomandato il raggiungimento della soglia di copertura vaccinale del 95% per garantire la cosiddetta “immunità di gregge” in relazione a tutto il complesso di patologie ora rese obbligatorie. La soglia della soglia del 95% viene infatti considerata come “ottimale”, ma non “critica” dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali per alcune malattie (e non per tutte). In Veneto quindi, dati i livelli di copertura raggiunti con il proprio modello, non esiste una situazione epidemica di emergenza tale da giustificare un intervento del legislatore statale che, con decreto-legge, porta improvvisamente a introdurre dodici vaccinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni; - la violazione del diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione), riguardo al principio di autodeterminazione nelle scelte sanitarie. In base alla giurisprudenza costituzionale, infatti, si può ricorrere agli obblighi di vaccinazione (che la Corte costituzionale ha definito come una “scelta tragica del diritto”) solo nella compresenza di un interesse, non altrimenti tutelabile, alla salute del singolo e della collettività. È evidente quindi l’illegittimità costituzionale di una normativa che sceglie l’imposizione generalizzata su tutto il territorio nazionale di ben dodici vaccinazioni senza che sia dimostrato che questa costituisca l’ultima ratio a cui l’ordinamento non poteva che ricorrere. Soprattutto perché questa scelta del legislatore nazionale, applicandosi indistintamente su tutto il territorio italiano, travolge un sistema, quale quello strutturato dalla Regione del Veneto, fondato su un sistema vaccinale più libero, maggiormente responsabilizzato, incentrato sul consenso informato del destinatario della prestazione sanitaria, attraverso una strategia incentrata sulla sensibilizzazione e l’accompagnamento dei genitori verso la scelta di vaccinare i propri figli, escludendo ogni forma di coercizione, ritenuta in contrasto con il fondamentale principio di autodeterminazione in materia di trattamenti sanitari e controproducente al fine di assicurare un’elevata copertura vaccinale su tutto il territorio regionale; - si contraddice il principio di precauzione introducendo una sorta di grottesca “sperimentazione di massa obbligatoria” senza un adeguato consenso informato, senza il sostegno di un preventivo sistema di farmacovigilanza e senza una supervisione bioetica. Inoltre, il decreto legge, condizionando l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia all’adempimento dell’obbligo vaccinale e comminando pesanti sanzioni amministrative alle famiglie, anche a quelle meno abbienti, che non sottopongano i propri figli alle vaccinazioni obbligatorie, incide negativamente sulla capacità della Regione di erogare i servizi per l’infanzia e di garantire il diritto allo studio nell’ambito delle istituzioni scolastiche ed educative; - il decreto legge manca di adeguata copertura finanziaria riguardo alle nuove vaccinazioni obbligatorie, soprattutto riguardo alle risorse necessarie per il recupero dei non vaccinati e ai costi derivanti dagli ingenti adempimenti previsti a carico del sistema organizzativo regionale.

Regione Liguria

Durissima reazione della Regione Liguria alla legge sui vaccini obbligatori. L’assessora alla sanità Sonia Viale (Lega Nord) è furibonda e attacca a testa bassa il governo e la presidente della Camera, annunciando che boicotterà la legge non applicando le sanzioni previste per chi non si vaccina: «È un ritorno al fascismo - esordisce - quando il Ministero della Salute era presso il Ministero dell’Interno, la Boldrini non si esprime sul tema, torniamo a essere un Paese che impone e perde la cultura della formazione su temi centrali per la vita delle famiglie». Viale ribadisce che la Liguria non seguirà la strada del ricorso alla Corte Costituzionale presentato dalla Regione Veneto. «Il ricorso ha tempi lunghi, quello della Regione Veneto varrà per tutti - spiega -, ma il Decreto Lorenzin è legge oggi, quindi dobbiamo attivarci per rispondere alle famiglie che devono iscrivere i figli a scuola. Il ricorso avrà effetto fra un anno, quindi mi devo porre il problema da subito». Viale, tuttavia, ha altre idee per boicottare la legge: «La Regione Liguria non farà mai il gabelliere sulla pelle delle famiglie che hanno dei dubbi sulle vaccinazioni. Mi impegnerò attraverso le Asl ad affrontare i casi di ogni singolo bambino che vive nella nostra regione,ma non farò mai il gabelliere - dice Viale sottolineando che non applicherà le sanzioni previste -. Sgombriamo il campo da ogni equivoco, sono convinta dell’utilità delle vaccinazioni, come la stragrande maggioranza delle famiglie, ma non sono d’accordo sull’impostazione data dal Governo che non promuove la cultura e la conoscenza».

Codacons

Il Codacons ha depositato in data 17 luglio 2017 formale intervento dinanzi la Corte Costituzionale a sostegno del ricorso presentato dalla Regione Veneto contro il decreto sui vaccini. Lo scopo dell’associazione è quello di rafforzare l’intervento della Regione portando la Consulta a dichiarare l’incostituzionalità di un provvedimento rinominato dal Codacons e da centinaia di migliaia di famiglie “decreto vergogna”, perché di stampo prettamente fascista e con poche attinenze alla materia di salute pubblica, che introduce obblighi inaccettabili a danno di utenti, Servizio sanitario e istituti scolatici e ad unico vantaggio delle case farmaceutiche.

Avv. Stanca Marcello presidente AMEV

Sabato 22 luglio 2017 partiremo coi ricorsi ai Tribunali. Il procedimento prevede che il RICORSO della REGIONE VENETO venga NOTIFICATO al Presidente del Consiglio dei Ministri, ed anche al Presidente del Senato ed al Presidente della Camera dei Deputati. Dopo che la Corte Costituzionale avrà verificato la regolarità delle notificazioni potrà ordinare la pubblicazione del ricorso in Gazzetta Ufficiale . Da quel momento sarà possibile l'intervento adesivo di altre Regioni nello stesso procedimento, o la richiesta di trattazione congiunta di ricorsi analoghi sollevati dai Tribunali, TAR ed altre Corti, e decorreranno i termini per il deposito di memorie difensive della Presidenza del Consiglio. Il ricorso, entro 20 giorni, verrà assegnato ad uno dei 15 Giudici della Corte Costituzionale che sarà scelto dal Presidente della Corte. La scelta e la nomina del Giudice relatore é un atto importantissimo perché rappresenta l'atto con il quale un giudice puó essere investito del potere di proporre una prima valutazione di fondatezza della questione sollevata dal Veneto ad uno dei tre gruppi di Giudici. Esistono infatti nella Corte i 5 Giudici nominati dai Magistrati, altri 5 Giudici nominati dal Parlamento in seduta comune, ed infine 5 Giudici nominati dal Presidente della Repubblica. L'orientamento del relatore dipende dalla sua appartenenza ad uno dei tre gruppi, cioé dalla affidabilità di chi lo ha eletto… Ogni cittadino potrà sollevare questione di incostituzionalità innanzi al Giudice competente per il proprio territorio e chiedere alla Corte che il suo ricorso, ritenuto rilevante e non infondato, venga esaminato dalla Corte Costituzionale unitamente al ricorso del Veneto. I cittadini possono vincere anche con ricorsi individuali, proponendosi uniti e compatti nei principi richiamati, anche senza il consenso della propria Regione ed anche contro leggi regionali ingiuste. Prepariamoci ad affrontarli tutti con gli strumenti processuali garantiti dalla Costituzione a TUTTI i cittadini offesi da una legge strappata alla libera determinazione .

legale.txt · Ultima modifica: 2017/08/11 17:45 da gabbo23

Strumenti Pagina